lunedì 21 febbraio 2011

L'interconnessione della rete aiuterà l'Africa?

Il post di questa sera è in primis una provocazione a quanti parlano di piani di aiuto e sviluppo per i paesi definiti poveri, ma poi di fatto non si muovono assolutamente in questo senso.
Anche nell'ambito delle tecnologie a banda larga, viviamo un divario notevole tra i paesi sviluppati e i paesi poveri.
Molte volte abbiamo detto che la rete unisce e rende le distanze fisiche del mondo completamente senza alcun tipo di significato, ma questa straordinaria diffusione e capillarità della rete, non vale assolutamente per tutti i paesi.
Se si analizzano le percentuali i connessione alla rete, si scopre che le percentuali di diffusione di internet, sono estremamente elevate negli Stati Uniti e allo stesso modo anche in Europa.
Ma non possiamo dire che l'Africa e in modo particolare le zone interne di essa, abbiano lo stesso grado di diffusione di questa tecnologia.
Questo sicuramente perchè, le aziende che investono in queste infrastrutture tecnologiche, sono quasi tutte di origine straniera, dall'altra le medesime aziende, dichiarano che raggiungere alcune zone interne del paese, richiederebbe degli investimenti infrastrutturali con dei costi talmente elevati, da non poter essere sostenibili.
La politica di queste compagnie, è quella di investimenti nelle zone costiere di questo continente, più facilmente raggiungibili e meno dispendiose, tuttavia questo penalizza fortemente le zone dell'entroterra. Probabilmente potrebbe ovviare a questo inconveniente la tecnologia degli smartphone.
Spero ovviamente che la tecnologia venga in aiuto a queste realtà, questo per rendere possibile lo studio a distanza attraverso una piattaforma web e le relative tecnologie, delle nostre conoscenze,la trasmissione del nostro sapere tecnologico e non solo, per aiutare queste popolazioni a costruire un continente nero più evoluto e all'avanguardia.
Questo renderebbe ancora più democratica la rete, ancora una volta il web 2.0, verrebbe in aiuto in parti del mondo dove la trasmissione del sapere, è più difficile per una serie di fattori tra di loro collegati.
Potrà il web fare tutto questo?   

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