lunedì 31 gennaio 2011

L'ecopass, la filosofia tutta italiana del mettere la pezza

Proprio oggi, leggevo un articolo che ho trovato quasi comico, quello sull'Ecopass nella zona dei bastioni dell'area milanese. Dopo giorni e giorni di superamento dei limiti imposti dalle normative europee per quanto concerne le polveri sottili, come sempre la politica italiana e il suo modo di agire si muove tentando di arginare il problema.
Come sempre è stato imposto il provvedimento del blocco totale della circolazione stradale, infatti nella giornata di domenica, le auto erano ferme nella fascia oraria compresa tra le 8 le 18 della sera. Ancora una volta questo provvedimento, nato da una esigenza specifica, che è quella di limitare l'emissione delle sostanze inquinanti nell'area milanese, serve solo in parte al suo scopo. In questi ultimi anni, sono sempre più sicuro del fatto che ai problemi che affliggono il nostro paese, nessuno sappia rispondere nel modo più adeguato, ma si limiti a provvedimenti tampone, i quali hanno l'effetto di ridurre momentaneamente l'entità del problema, ma poi la gestione di quelle che sono le urgenze italiane, come sempre ci presenta il conto.
Non esprimo queste valutazioni perchè incolpi l'attuale classe politica del problema dello smog, veniamo da una gestione all'italiana dei problemi dell'inquinamento nell'area milanese.
Una antica malattia culturale affligge gli italiani, la malattia di spostare nel tempo la risoluzione di un problema che affligge il nostro presente.
Invece di essere incisivi nelle decisioni, rapidi e risoluti, per paura di pestare i piedi a destra e manca, ci si limita a provvedimenti che hanno solo il vantaggio di ridurre la portata del problema per un breve periodo, poi ovviamente le cose tornano come prima.
Non stia troppo tranquillo chi possiede un diesel euro 4 con filtro antiparticolato, infatti gli studi e le normative si aggiornano continuamente, una buona soluzione sarebbe quella di fare in modo che la gente utilizzasse i mezzi pubblici, ma questo si dovrebbe accompagnare a un trasporto pubblico snello e basato su criteri di efficienza.
Visto che parlare di questo significa parlare al momento di fantascienza, non ci resta che rimanere alla finestra a guardare e sperare.
Temo però che alla speranza, si stia sostituendo un sentimento diffuso di rassegnazione.

domenica 30 gennaio 2011

Umana natura, sbagliare e essere contradditori.

Chiedo scusa a chi leggendo il mio blog, dovesse ritrovare delle incongruenze nel mio modo di esprimermi. Ieri ho scritto un post nel quale affermavo di essere un blogger che traeva i suoi spunti dalla gente e vivendo in mezzo alla gente. Vivo in mezzo alla gente e sono uno dei tanti, forse è anche sbagliato definirmi blogger, non sono un blogger, sono una persona che come tante ha trovato un spunto in un libro letto da una casa editrice di cui non conoscevo nulla.
La Bruno Editore l'ho conosciuta in questo modo e il libro Fare Soldi Online in 7 giorni, l'ho letto con molto internessi, per gli aspetti commerciali del mondo Internet ai quali si riferisce.
Ma come ho poi spiegato in precedenti post, non sono solo gli aspetti commerciali a interessarmi, penso comunque che il punto del libro in cui si parla del blog, come spazio per esprimere, raccogliere riflessioni, ordinare i propri pensieri, sia assolutamente vero.
Il blog può essere anche una sorta di diario in cui una persona raccoglie un attimo le idee e butta giù dei pensieri.
Molti lo hanno fatto e anche io ho intrapreso questa strada che non so bene dove mi porterà, ma questo non ha una importanza così rilevante, l'importante e iniziare un nuovo percorso e non abbandonarlo.
Spero di essere sempre chiaro nelle cose che scrivo, ovviamente ci saranno altre recensioni di libri, ma voglio che questo spazio che ho creato abbia un taglio molto vario, voglio parlare con ognuno di voi, di tempi che spaziano dalla attualità alla politica e confrontarmi insieme a voi.

La politica, la conflittualità e la necessità di una tregua

Oggi mi voglio occupare di un articolo scritto da Ferruccio de Bortoli sul Corriere della Sera, che richiama se vogliamo le parole stesse dette dal cardinale Tettamanzi solo nella giornata di ieri, l'inquietudine che cresce.
Dietro questa parola, ci sono molto significati, l'inquietudine che cresce è la sensazione della gente che il nostro paese non stia andando da nessuna parte.
Si  sprecano i messaggi di ottimismo e si sprecano i balletti dei politici locali che parlano di una ripresa che è alle porte, di una crisi che passerà perchè la crisi stessa non può durare in eterno. Si è vero, ma è vero in parte, le crisi economiche fanno parte dei processi produttivi e dei cicli altalenanti della nostra economia, su questo non vi è alcun dubbio.
Tuttavia l'inquietudine di un popolo, l'inquietudine di noi italiani non è legata soltamente alla crisi, l'inquietudine è legata allo scenario nel quale il nostro paese attualmente si trova, uno scenario un cui manca il buon senso, manca la moderazione nei comportamenti pubblici dei politici, e c'è un livello di conflittualità esasperato con scambi di accuse quotidiane.
Io non so voi, ma sinceramente da cittadino, sono oramai stufo di vedere tizio che litiga con caio, il problema non è quello di sapere chi ha ragione o chi ha torto, perchè in realtà tutti hanno ragione e hanno anche torto, lo scambio di accuse reciproche, non fa altro che aumentare nella gente la consapevolezza che nessuno in realtà sappia che pesci pigliare, nessuno in realtà ha soluzioni vere e profondamente radicali ai problemi che ci affliggono.
Conseguentemente la vera sfida è ora trovare un uomo che inviti alla moderazione anche i suoi avversari, e invitando alla moderazione, cominci magari a trasmettere un messaggio chiaro e nuovo, quello di occuparsi veramente dei problemi di un paese che non sta andando in nessuna direzione.

La bassa natalità del nostro paese

Io non sono un blogger che trova fonti dai giornali o da altre cose lette su internet, le mie fonti sono la gente, le persone comuni come me, gli scambi di pensieri e perplessità tra colleghi, insomma il quotidiano della gente, una fonte inesauribile di informazioni, di spunti, di riflessioni.
Prima di coricarmi, volevo scrivere  un post con una riflessione che molte volte ho fatto parlandone un pò in tutti gli ambienti che fanno parte della mia vita.
Penso capiti frequentemente ad ognuno di noi, di leggere numerosi articoli di giornale che parlano di disoccupazione giovanile, le statistiche dicono che il tasso di disoccupazione tra i giovani nella fascia d'età compresa tra i 17 e 24 anni è arrivata al 28 per cento.
Non metto in dubbio che queste statistiche siano sicuramente attendibili, ma sinceramente quello che a me in queste statistiche ha sempre notevolmente irritato, è il fatto che semplificano una realtà piuttosto complessa.
Tutta la realtà italiana è fatta di innumerevoli sfaccettature,di aspetti diversi tra di loro, ma collegati da un filo conduttore comune, la fatica che le persone fanno a trovare un lavoro, a mantenerlo.
Il problema che spesso ho riscontrato nei giornali e nei giornalisti, è il completo disinteresse per un tema se vogliamo ancora più complesso, la ricollocazione di tutte quelle persone comprese nella fascia d'età tra i 40 e i 60 anni.
Sembra un popolo di invisibili, una popolo di persone che vive ogni giorno la fatica di provare a ricollocarsi, ma non ha alcun tipo di aiuto, un esercito silenzioso ignorato che chiede però aiuto.
Strano che non se ne parli, è un tema che coinvolge tutti, perchè la fascia dei giovani, un giorno sarà meno giovane ed entrerà a titolo di merito in questo arco temporale. Nel mio lavoro, io ho 36 anni e lavoro in un call center, ho un collega interinale che possiamo definire giovane, ha 35 anni.
Non si sposa perchè sia lui che la sua ragazza vivono situazioni lavorative di precariato.
Io penso che queste cose dovrebbero far riflettere tutti, in modo particolare chi con una penna e un foglio, può rendere più visibile a tutti questo problema.

sabato 29 gennaio 2011

Italiani, vivere coltivando il proprio orticello

Da un pò di tempo a questa parte, quando vado a lavorare e mi capita di scambiare due chiacchiare con i colleghi, come penso capiti un pò a tutti, ci mettiamo a parlare della situazione in cui il nostro paese si trova, e come sempre dopo numerosi scambi di punti di vista, mi sento frequentemente dire che non ci si può fare nulla, che le cose stanno così, l'unica è vivere guardando quello che ci circonda con distacco e continuare a coltivare il proprio orticello.
Sinceramente, dentro di me, comincia a crescere una gran rabbia, rabbia perchè il nostro paese, per chi ancora non se ne fosse accorto, è un insieme di piccoli orticelli nel quale però viviamo tutti, ora i ritardi della metropolitana, quando dobbiamo andare a lavorare suscitanto rabbia e indignazione in noi, tutte le cose che non vanno, la sanità che non funziona o altre cose, scatenano in noi reazioni forti, sono reazioni ben diverse dalla filosofia del coltivare il proprio orticello. 
Ormai è come se vivessimo con la consapevolezza che le cose non vanno per nulla, ma nello stesso tempo cosa ci si può fare, nessuno ha soluzioni o bacchette magiche per risolvere i problemi che abbiamo.
Questa cosa è vera, ma per metà, possiamo cominciare a fare qualcosa, aiutanto il vicino di casa quando questo si trova in difficoltà, possiamo andare alle riunioni del consiglio comunale del nostro paese, per pressare i politici locali e fare meglio e a governare con più prudenza.
Sembrano piccole cose, gocce in un mare di cose che non vanno, ma sono sempre segni di una partecipazione attiva alle cose che ci circondano. 
Quello che non dobbiamo fare, è coltivare il sentimento della rassegnazione, come se fosse l'unica cosa che oramai possiamo fare, le cose non stanno così, molto dipende anche da noi.

Il cardinale Tettamanzi, vita pubblica e vita privata

Oggi leggevo un interessante articolo del Corriere della Sera sulla gestione della vita pubblica e della vita privata delle alte cariche istituzionali.
Premetto subito e ci tengo a sottolinearlo, soprattutto per il navigatore occasionale che dovesse per un caso fortuito addentrarsi nella lettura degli articoli del mio blog, di non essere propriamente un uomo di fede.
Sottolineo subito anche che chi ha fede, è solo da ammirare e stimare, credere anche al di là delle evidenze, al di là dei comportamenti messi in atto da chi l'esempio lo dovrebbe dare,non incoraggiano certo in questa direzione.
Ma non voglio ulteriormente parlare di questo argomento, è complesso e richiederebbe approfondimenti. 
Quello che mi preme esprimere, è un concetto che penso ognuno di noi sappia essere giusto e corretto, il fatto che chi occupa una carica istituzionale di grado elevato, ha il dovere di fare in modo che il proprio comportamento sia corretto e trasparente sia nella vita pubblica che in quella privata.
Nessuno di noi è perfetto,ognuno di noi sbaglia sia nella propria vita privata e nella propria vita pubblica, io non sono certo una persona che non ha commesso errori, e molte volte sia nel mio lavoro che nella mia vita privata, ho rimproverato agli altri errori che poi io stesso ho commesso.
Tuttavia non penso di dire nulla di eccezzionale se vi dico che onestamente, mi sono seccato di vedere che scandali e scandaletti dei personaggi politici, occupano intere pagine dei giornali, come se la vita delle persone, fosse un cinema nel quale chi urla più forte, ha il suo momento di gloria. Nessuno invece parla delle difficoltà delle gente,dei problemi che ogni giorno dobbiamo affrontare nella nostra vita, di quanto è cara la spesa, di quanto è difficile trovare un lavoro, di quanto il futuro sia un punto interrogativo per tutti.
Cominciare a parlare dei problemi della gente, adottanto un comportamento corretto sia nel privato che nel pubblico, sarebbe il vero segnale di un cambiamento, il segnale che qualcuno ha cominciato a rendersi conto, che forse i nostri problemi sono altri.

Ebook fare soldi, fattore economico e crescita personale

Nel mio primo post, ho raccontato del mio incontro casuale con l'azienda Bruno Editore, a prescindere dalle valutazioni che uno possa fare sul fatto di poter creare un introito economico, che ti consenta una autonomia completa dal tuo precedente lavoro, la lettura di quel libro ha comunque rappresentato per me, un sicuro fattore di crescita.
Ho scoperto un modo differente di concepire la rete, un modo in cui ho potuto creare  un mio spazio personale che cresce ogni giorno. 
Tuttavia, con il tempo, il mio progetto iniziale, fondare uno spazio commerciale in cui proprorre al navigatore una interessante vetrina, su prodotti di sicuro interesse, ha subito una evoluzione inaspettata, è diventato sempre di più una sorta di spazio personale, nel quale in parte analizzo e condivido con il viaggiatore occasionale della rete, una serie di miei pensieri e riflessioni .
Ora mi trovo di fronte a un progetto che ha preso sicuramente una sua fisionomia, un fisionomia che coniuga una giusta aspirazione economica, insieme a un desiderio personale di voler vedere rese pubbliche, riflessioni e pensieri che vanno sicuramente a 360 gradi.
Con il viaggiatore occasionale, parlerò sicuramente di nuovi libri in uscita, ne consiglierò alcuni anticipandone in parte i contenuti, ma condividerò anche con lui, pensieri e riflessioni che riguarderanno la mia esperienza personale e quello che è il mondo nel quale noi tutti viviamo.
  

venerdì 28 gennaio 2011

La metropolitana di Milano metafora di una frenesia quotidiana

Proprio oggi, dopo una faticosa giornata di lavoro, ho preso la metropolitana per recarmi a casa e ho comunciato a guardare la gente attorno a me. La sensazione che ogni volta attraversa la mia persona, è quella di una frenesia incessante e senza fine, sembra che il tempo, concepito come le 24 ore della giornata, non siano sufficienti a fare tutte le cose che dobbiamo svolgere e terminare.
Mi sono fermato a guardare la gente, non so se qualcuno di voi lo faccia mai, a guardare le scale mobili, che credetemi sembrano essere autostrade della fretta e della frenesia.
Lo dimostra il fatto che per chi pigramente appoggia la mano sullo scorrimano della scala mobile per lasciarsi  portare e occupa il lato destro,vi sono persone che occupano il lato sinistro, corrono in maniera veloce perchè il fischio nitido e chiaro della metropolitana, segnala che non c'è più tempo, il treno sta passando e i 5 minuti guadagnati diventato preziosi per arrivare prima nel luogo dove vogliamo andare.
Mi fermo a guardare e la domanda che mi sorge spontanea è sempre la stessa , mi chiedo sei quei 5 minuti che guadagno nel momento in cui mi metto a correre, sono davvero così preziosi per me, mi chiedo se quei 5 minuti guadagnati, danno un corso diverso alla mia vita, o semplicemente mi sto facendo trascinare da quello che mi circonda.
Allora mi fermo e cerco di ragionare in un modo diverso, voglio tornare a sentire scorrere il tempo nel modo più giusto. Voglio tornare a guardarmi intorno e notare i dettagli di quello che mi circonda, voglio che la mente pigramente si riposi, si  rifugi in un angolo della mia persona e si lasci scivolare addosso la frenesia della giornata.
Alcuni autori latini, hanno in passato evidenziato l'importanza del riprendersi il proprio tempo, l'importanza di ricavare uno spazio della nostra giornata nel quale il tempo, non sia la dimesione del fare e del finire, ma sia anche la dimesione nella quale spegniamo i cellulari, i computer portatili, i vari ipod e ci guardiamo intorno senza fare nulla.
L'importanza del non fare nulla e del  tornare un pochino in armonia con noi stessi.

giovedì 27 gennaio 2011

l'ebok, la rete, i mutamenti economici e il muro di gomma

Quella di questa sera, è una riflessione che faccio a mente fredda, analizzando una situazione personale, che da un pò di tempo mi convolge. In questi ultimi anni, ho potuto vedere le trasformazioni in atto nel nostro sistema economico e nel nostro modo di vivere. La tecnologia, è diventato un pezzo veramente importante nel nostro modo di vivere, di interagire con le altre persone, di relazionarci.
Nei primi anni della mia vita, subito dopo il conseguimento della mia laurea, la mia conoscenza del personal computer, poteva essere equiparata a quella di un bambino che si affacciava per la prima volta al mondo fuori.
Guardavo questo strumento con molta diffidenza e quasi con astio e non mi verogno a dirlo, non so quante volte il mio personal computer è finito in assistenza per danni da me personalmente prodotti.
Con il tempo il suo utilizzo mi è diventato sempre più familiare, è diventato una parte importante del mio modo di vivere e di come organizzare la mia giornata lavorativa.
Oggi pensare di concepire il proprio tempo e in modo particolare il proprio lavoro senza l'ausilio del personal computer, di internet è impossibile.
Dopo questo piccolo preambolo personale, vengo al punto che mi interessa in modo particolare approfondire, la tematica del mondo del lavoro, in modo particolare la ricerca del lavoro.
Penso di non dire nulla di particolarmente originale e dire che oramai la rete, è anche uno strumento per cercare lavoro e penso che questo utilizzo quotidiano e costante, sia ormai fatto da molti di voi.
Lo stesso Facebook, social network per eccellenza, è diventato uno strumento per lo scambio e la condivisione di informazioni.
Tuttavia, dopo aver approfondito e aver infinite volte, fatto iscrizioni su siti, aver salvato nei preferiti infiniti motori di ricerca, dopo aver risposto a numerosissime inserzioni di lavoro, mi sono accorto che sbattevo ogni volta in un muro di gomma. Nel senso che lo sforzo, la costanza, l'impegno che io mettevo, non era assolutamente ripagato con risposte positive alle mie ricerche.
Dopo aver trovato per caso il link alla casa editrice alla quale mi sono affiliato per promuoverne i libri,  ho cominciato a voler leggere ogni argomento correlato a internet, ogni  spunto che mi possa portare nella direzione giusta, per poter trovare una strada alternativa ai canali di ricerca, sarà da me attentamente vagliata.
Vi scrivo queste cose, perchè consiglio a ognuno di voi, di investire le proprie energie in quello che ritenete  essere la vostra strada.
Il mio sogno è che internet  diventi la mia fonte di guadagno, perchè è quello che mia ha sempre appassionato, il consiglio che posso dare a ognuno di voi è il medesimo, concentrare le vostre energie nella direzione giusta, perchè non so voi, ma io per molto tempo ho fatto l'errore di utilizzare ogni enegia nella ricerca del famoso " posto sicuro", retaggio culturale dei miei genitori.
Visto che questo posto sicuro oggi  non esiste più, la  nostra vita, come persone che vivono questo periodo economico, deve essere improntata allo studio e alla ricerca di nuove strade.
Ricordatevi che non esistono strade facili, quello che di buono viene fuori, è il frutto della propria passione, del proprio impegno, della propria voglia di mettersi in gioco.

martedì 25 gennaio 2011

Il blog non è solo scrittura, ma anche un condividere con gli altri se stessi

Mi sono accorto che tenere un blog, sembra una cosa che richiede un sforzo minimo, ma in realtà si tratta  di un tuo spazio personale, che richiede impegno, costanza e fatica. Improvvisamente scopri che una parte della tua persona, un pezzo del tuo interiore, può essere condiviso con altri.
Si ha a disposizione uno straordinario strumento di comunicazione che è una sorta di ponte di collegamento tra te gli altri, cosa che gli ambienti di lavoro, i ritmi frenetici, la vita fatta di attimi nei quali si devono fare cose in tempi brevi e di corsa non ti consentono.
Per la prim volta nella mia vita, ho trovato uno strumento che è un canale di comunicazione tra il mondo che ho dentro, il mondo che trovo fuori e tutte le mediazioni che ogni giorno devo fare.
Mi sono anche però accorto che questo mo spazio, voglio che sia condiviso con gli altri, voglio che diventi uno spazio in cui passano altre persone a leggere quello che io scrivo.
La finalità non è solo quella di incuriosire il lettore, cliccando sui link presenti nel mio blog, deve diventare uno strumento che dice al lettore, che in fondo non ci sono grosse differenze tra io che scrivo e coloro i quali leggono.
Tutti possiamo utizzare questo strumento per comunicare, condividere, crescere.
Nello stesso tempo, parlare di crescita, vuol dire rendersi conto, che non ci può essere crescita nella propria vita professionale, affettiva, e relazionale, se non c'è prima nella persona, una crescita interiore che porta a vivere quello che mi circonda e gli accadimenti della vita, nel modo giusto.

sabato 22 gennaio 2011

Dal Blog di Bruno Editore, al proprio interiore

Quando ho intrapreso questo percorso personale di crescita, pensavo che il blog da me fondato, dovesse avere una finalità solamente di carattere commerciale, dovesse essere una attività che sfruttava le potenzialità del web, per creare una attività con finalità di vendita.
Effettivamente l'idea è rimasta quella, ma poi mi sono accorto che quello che stavo facendo, era anche lo specchio di una persona inquieta, divisa tra il voler avere successo in una attività che mi garantisse entrate certe, e la voglia di mettermi in gioco attraverso il web e condividere con altri le mie idee.
Mi sono accorto che il blog e il post, possono avere tante sfumature, all'interno ovviamente di un percorso coerente. Questa nuova visione delle cose, me lo ha offerto un libro, che consiglio a tutti coloro che sono alla ricerca non solo di spunti di natura commerciale, ma anche di una dimensione un pochino più interiore, vogliano scrivere per esprimere la propria personalità tramite questo strumento chiamato web.  
Il titolo non potrebbe essere più chiaro si chiama " Io Bloggo", dietro al titolo scopriamo una persona con un interiore ricco, che utilizza il web per esprimere se stessa e mettersi in gioco.

lunedì 17 gennaio 2011

E-book Bruno Editore, la teoria del Cash Flow

Mi rendo perfettamente conto, mettendomi nei panni di un ipotetico lettore del mio personale blog, che scrivere un post chiaro ed entusiasta su un libro in formato elettronico che ha come titolo Fare Soldi Online in 7 giorni, non basta per mettere il lettore nella condizione di avere un approccio positivo.
Proprio per questo motivo, avendolo letto a fondo in ogni sua sfaccettatura, ne voglio approfondire una parte introduttiva, che secondo me, risulta essere il perno fondamentale di tutto il testo.
Non so se a qualcuno di voi sia mai capitato di farsi due conti in tasca, tanto per rendersi conto di quello che entra e di quello che esce, bisognerebbe in realtà farlo frequentemente, proprio per avere il polso della situazione.
Nella parte introduttiva, si parla di Cash Flow, tradotto significa flusso di cassa, in poche parole si tratta delle entrate e delle uscite, che è la condizione media di ogni italiano, prendo uno stipendio e ne spendo una parte o tutto.
La teoria del libro, sovverte completamente quella che è la nostra logica e il nostro modo di ragionare, identificando per esempio nelle spese relative alla casa una voce passiva. Il ragionamento che ci spinge all'acquisto di un immobile, è la riflessione sul fatto che l'affitto è un costo, tanto vale fare un mutuo per avere un giorno qualcosa. Ma se invece, creassimo delle attività che portino ad avere redditi autonomi, non sarebbe più consigliabile? 


domenica 16 gennaio 2011

E-book Bruno Editore, Fare Soldi Online in 7 giorni

Un pò di tempo fa, peregrinando su Internet alla ricerca di spunti e idee su come sfruttare la potenza di questo straordinario strumento, mi sono imbattuto per caso nel sito della Bruno Editore.
In modo particolare la mia attenzione è stata attratta da un titolo in particolare, Fare Soldi Online in 7 giorni.
Dopo l'abituale scetticismo, ho acquistato il libro in formato e-book e ho letteralmente cominciato a divorarne le pagine.
Stupisce la semplicità di lettura, la competenza dell'autore e gli spunti dati, un libro che consiglio a tutti coloro che siano alla ricerca di strategie mirate per creare rendite di denaro tramite blog e minisiti , ma vogliano allo stesso tempo una fonte autorevole e competente.
L'autore ha infatti sperimentato, tramite anni di ricerche e continui aggiornamenti, le tecniche nel libro illustrate