Proprio oggi, leggevo un articolo che ho trovato quasi comico, quello sull'Ecopass nella zona dei bastioni dell'area milanese. Dopo giorni e giorni di superamento dei limiti imposti dalle normative europee per quanto concerne le polveri sottili, come sempre la politica italiana e il suo modo di agire si muove tentando di arginare il problema.
Come sempre è stato imposto il provvedimento del blocco totale della circolazione stradale, infatti nella giornata di domenica, le auto erano ferme nella fascia oraria compresa tra le 8 le 18 della sera. Ancora una volta questo provvedimento, nato da una esigenza specifica, che è quella di limitare l'emissione delle sostanze inquinanti nell'area milanese, serve solo in parte al suo scopo. In questi ultimi anni, sono sempre più sicuro del fatto che ai problemi che affliggono il nostro paese, nessuno sappia rispondere nel modo più adeguato, ma si limiti a provvedimenti tampone, i quali hanno l'effetto di ridurre momentaneamente l'entità del problema, ma poi la gestione di quelle che sono le urgenze italiane, come sempre ci presenta il conto.
Non esprimo queste valutazioni perchè incolpi l'attuale classe politica del problema dello smog, veniamo da una gestione all'italiana dei problemi dell'inquinamento nell'area milanese.
Una antica malattia culturale affligge gli italiani, la malattia di spostare nel tempo la risoluzione di un problema che affligge il nostro presente.
Invece di essere incisivi nelle decisioni, rapidi e risoluti, per paura di pestare i piedi a destra e manca, ci si limita a provvedimenti che hanno solo il vantaggio di ridurre la portata del problema per un breve periodo, poi ovviamente le cose tornano come prima.
Non stia troppo tranquillo chi possiede un diesel euro 4 con filtro antiparticolato, infatti gli studi e le normative si aggiornano continuamente, una buona soluzione sarebbe quella di fare in modo che la gente utilizzasse i mezzi pubblici, ma questo si dovrebbe accompagnare a un trasporto pubblico snello e basato su criteri di efficienza.
Visto che parlare di questo significa parlare al momento di fantascienza, non ci resta che rimanere alla finestra a guardare e sperare.
Temo però che alla speranza, si stia sostituendo un sentimento diffuso di rassegnazione.
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