sabato 29 gennaio 2011

Italiani, vivere coltivando il proprio orticello

Da un pò di tempo a questa parte, quando vado a lavorare e mi capita di scambiare due chiacchiare con i colleghi, come penso capiti un pò a tutti, ci mettiamo a parlare della situazione in cui il nostro paese si trova, e come sempre dopo numerosi scambi di punti di vista, mi sento frequentemente dire che non ci si può fare nulla, che le cose stanno così, l'unica è vivere guardando quello che ci circonda con distacco e continuare a coltivare il proprio orticello.
Sinceramente, dentro di me, comincia a crescere una gran rabbia, rabbia perchè il nostro paese, per chi ancora non se ne fosse accorto, è un insieme di piccoli orticelli nel quale però viviamo tutti, ora i ritardi della metropolitana, quando dobbiamo andare a lavorare suscitanto rabbia e indignazione in noi, tutte le cose che non vanno, la sanità che non funziona o altre cose, scatenano in noi reazioni forti, sono reazioni ben diverse dalla filosofia del coltivare il proprio orticello. 
Ormai è come se vivessimo con la consapevolezza che le cose non vanno per nulla, ma nello stesso tempo cosa ci si può fare, nessuno ha soluzioni o bacchette magiche per risolvere i problemi che abbiamo.
Questa cosa è vera, ma per metà, possiamo cominciare a fare qualcosa, aiutanto il vicino di casa quando questo si trova in difficoltà, possiamo andare alle riunioni del consiglio comunale del nostro paese, per pressare i politici locali e fare meglio e a governare con più prudenza.
Sembrano piccole cose, gocce in un mare di cose che non vanno, ma sono sempre segni di una partecipazione attiva alle cose che ci circondano. 
Quello che non dobbiamo fare, è coltivare il sentimento della rassegnazione, come se fosse l'unica cosa che oramai possiamo fare, le cose non stanno così, molto dipende anche da noi.

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